Un postulato di luce e colore, di geometrie e simboli
Categoria: MostreData: dal 07 febbraio 2009 al 25 febbraio 2009
Indirizzo: piazza stella 5, genova
Provincia: Genova
Orario di apertura: dal martedì al sabato, dalle 16 alle 19
Sito internet: www.satura.it
Referente: mario napoli
Per informazioni: 0102468284
E-mail: info@satura.it
SATURA associazione culturale centro per la promozione e la diffusione delle arti
piazza Stella 5/1, 16123 Genova tel/fax: 010.246.82.84 // 010.66.29.17 cell. 338.291.62.43
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COMUNICATO STAMPA
Sabato 7 febbraio 2009, ore 17:00
sala portico - inaugurazione
UN POSTULATO DI LUCE E COLORE,
DI GEOMETRIE E DI SIMBOLI
mostra personale di Luisa Giovagnoli
a cura di Silvia Bottaro
aperta fino al 25 febbraio 2009
dal martedì al sabato ore 16:00 – 19:00
chiuso lunedì e festivo
Genova, SATURA associazione culturale
Dal 2001, data del suo esordio come pittrice, Luisa Giovagnoli non ha mai smesso di compiere un approfondimento forte dentro sé e fuori per cercare di descrivere, narrare il “paesaggio” sia esso quello mentale, sia quello urbano della vita quotidiana.
Definire, in un certo senso, “postulati” i suoi lavori significa considerarne l’origine, l’idea, nata da un principio che non è dimostrato né ha in sé necessità intrinseca, ma che si ritiene, comunque, necessario ammettere per spiegare fatti non contestati, oppure affermazioni non messe in dubbio, che senza tale principio non si potrebbero spiegare. Seguendo Kant sono “postulati” l’esistenza della libertà umana, l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima. Teoricamente essi sono semplici “ipotesi” che sono necessari per la ragion pratica e, pur non essendo dimostrabili, sono l’oggetto di una “fede razionale”.
Luisa Giovagnoli scompone i vari elementi ben sapendo che le città antiche erano spazialmente centrate sulla cattedrale. Oggi, invece, hanno perso tale asse “sacro”: si è smarrito, in un certo senso, e consumato la scintilla della spiritualità, oggi il territorio urbano si riduce a una regione senza poesia, senza luce, non vogliamo credere senza speranza.
Abraham Cowley , scrittore inglese del Seicento, nel suo saggio Il giardino affermava che “Dio fece il primo giardino e Caino la prima città”, ed Erskin Caldwell nella sua Via del tabacco (1932) scriveva: “ la vita della città non è stata creata da Dio”.
Pittura, direi, d’istinto, magmatica nella pigmentazione fredda, stridente, dissonante, stonata apparentemente che fluidamente racconta, recuperando anche certi elementi barocchi, la vita in un intreccio, mai casuale, di squarci d’opera, di schegge di memorie, di brandelli di cammini, di cocci di arredi arcaici, di rottami architettonici legati all’ambiente ed alle sue offese ricevute dall’uomo. Il cammino della Pittrice è felice e pone l’osservatore davanti ad una ricerca sì inquietante, ma riflessiva e coinvolgente. Emozioni legate al colore che diventa elemento cromatico del suo linguaggio persuasivo, accompagnato da una rara maestria del segno, sempre netto, deciso, tagliente. La luce e la vivacità cromatica sono una sua caratteristica che contraddistingue lo sforzo compiuto dalla Giovagnoli della ricerca di una sintesi, in un certo modo, di una musicalità intrinseca del suo stendere la materia ad olio sulla tela. Immagini sempre dinamiche, vitali che prendono corpo, vita, nella presenza geometrica del suo orizzonte.
con preghiera di pubblicazione e/o divulgazione
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