Il futuro è gia passato (...ma non ero presente!)
Categoria: MostreData: dal 08 marzo 2008 al 31 marzo 2008
Indirizzo: Galleria Tartaglia Arte
Provincia: Roma
Orario di apertura: 10-13.30 | 15.30-19
Referente: Riccardo Tartaglia
Per informazioni: 064884234
E-mail: gallerie@tartagliaarte.com
La Galleria Tartaglia Arte, venerdì 7 marzo alle ore 18.00, presenta la mostra pittorica dell’artista genovese Stefano Davidson dal titolo “Il futuro è già passato (…ma non ero presente!)” con la direzione artistica di Riccardo Tartaglia.
I dipinti di Stefano Davidson sembrano voler raffigurare un mondo differente da quello reale, quotidiano, nonostante spesso ne utilizzi le forme e non si possa fare a meno di catalogarli tra i “figurativi” più classici. Nei suoi quadri si respirano però atmosfere molteplici e si va da quelle vagamente legate ad una sorta di neo-romanticismo, ad altre che si impennano nell'allegoria; ci si trova poi a precipitare con rapide picchiate nel fantastico o, addirittura, si vira bruscamente nell'onirico dove, spesso, ci si accosta a quell'istanza profonda che Freud ha descritto nel teorizzare l'inconscio. Nell'opera di Davidson quindi non si tratta più di osservare la natura così com'è o di leggervi un mondo a noi familiare, nonostante l'artista si esprima attraverso tratti assolutamente formali e palesemente realisti, ma di attingere a qualcosa di insolito che allontani lo spirito dal quotidiano, che dia voce alle angosce e, perché no, alle nevrosi, che presti lo sguardo al sogno più profondo.
Davidson è anche scrittore. In occasione della mostra si potranno trovare in galleria i seguenti libri:
Armonicum, il violino di Dio -- Inchiostro d’assenzio - Si salvi chi vuole
IL FUTURO E' GIA' PASSATO (... ma non ero presente!)
Nel 1962 Picasso e il suo cubismo erano ormai storia. Dalì aveva già esagerato l’esagerabile, mentre Magritte, Ernst, Mirò e tutta la banda surrealista se ne stava in attesa del meritato pensionamento dopo il tanto dato alla causa. Vicino a loro, nelle medesime condizioni sedevano Picabia, Arp, Duchamp e tutto il Dada.
Come se non bastasse le astrazioni di Klee e Kandinsky si stagliavano già belle che tatuate nella memoria di tutti e persino Balla, Depero e Boccioni, i cosiddetti futuristi ormai erano demodé. Cos’altro poi… mmm…bé, Fontana aveva già manifestato ampiamente i suoi concetti spaziali e tagliato e forato la bidimensionalità della tela, Burri aveva analizzato e “insaccato” tutte le sue sperimentazioni più importanti, combustioni comprese; l’action painting di Kline e Tobey aveva già dato, così come il dripping del loro “socio” Jackson Pollock. Senza contare che ormai anche Warhol, Johns e Raushenberg avevano già spremuto il meglio di sé e della loro Pop Art, e si riposavano su di un “letto” pensando magari a “4 Marylin”.
Ecco qua! Riassumendo, nel 1962 in pittura, il futuro, quello vero, era già andato.
E io? Cosa stavo facendo?
Nascevo!…
Da qui il titolo di questa mostra, che vuole essere un omaggio reverente a tutti quelli che hanno espresso in pittura tutto quanto fosse esprimibile, lasciando però delle piccole nicchie tra un idea e un’altra dove io, ed altri come me, possono coltivare le proprie convinzioni, rielaborando ogni teoria ed ogni concetto, all’ombra del loro genio.
Stefano Davidson
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